Sono ormai diversi mesi che viviamo questa nuova e inaspettata situazione della pandemia, che ha cambiato il nostro vivere quotidiano, il nostro modo di incontrarci e relazionarci, anche nella vita delle nostre comunità parrocchiali.
Prima il lockdown ci ha costretto ad annullare incontri, celebrazioni, sagre e programmi già stabiliti da mesi, facendoci però riscoprire – ad esempio nelle S.Messe trasmesse via web, anche se “surrogate” – uno spirito di comunione che ci ha sostenuto in quei mesi difficili.
Poi finalmente dal 18 maggio, quando si è potuta riprendere la celebrazione delle S.Messe coi fedeli, ci siamo dati fa fare per organizzare le celebrazioni nel rispetto delle normative di sicurezza indicate dalla Diocesi, in particolare nella sanificazione delle Chiese tra una celebrazione e l’altra e nel servizio di “accoglienza” alle S.Messe festive (col controllo di temperatura e mascherina all’ingresso, sanificazione delle mani e distribuzione dei posti a sedere previsti).
Piano piano (prima a Campagnola e Fabbrico, poi a Cognento – anche se con modalità diverse) questo servizio ha accompagnato il progressivo “ritorno” delle nostra comunità a celebrare la S.Messa comunitaria “in presenza”, seppur limitata in alcuni aspetti come l’obbligo di indossare la mascherina o il divieto di avvicinarsi ad altri fedeli e l’assenza dello scambio della pace.
Partecipando al servizio di accoglienza, abbiamo scoperto alcuni spunti positivi e di speranza per le nostre comunità, in questo periodo difficile: vedere la Chiesa quasi sempre “piena” (nel numero di posti disponibili) anche nei mesi estivi e durante la seconda “ondata” della pandemia, ci ha fatto toccare con mano che il desiderio di ritrovarsi intorno all’Eucarestia è ancora vivo e forte nelle nostre Parrocchie: abbiamo bisogno di vederci, di riprendere a trovarci – anche fisicamente – insieme, per condividere l’ascolto della Parola e la celebrazione dell’Eucarestia, per pregare di nuovo insieme e scambiarci qualche parola sul sagrato; abbiamo bisogno di vedere insieme anziani, bambini, famiglie, giovani, adulti … che è qualcosa di diverso dal pregare in famiglia o dal ritrovarci con amici e parenti.
Il servizio che stiamo portando avanti è faticoso, anche perchè il gruppo delle persone che si sono rese disponibili è abbastanza “ristretto” (ovviamente c’è posto per chi si volesse unire!)… ma crediamo che sia importante per favorire la partecipazione in sicurezza e serenità alle S.Messe, e che quindi vada portato avanti con perseveranza. A volte ci chiediamo se tutto l’alcool che stiamo utilizzando per sanificare banchi e pavimenti sia così necessario, se provare la temperatura all’ingresso non sia “invasivo”, se controllare che le persone stiano sedute nei posti assegnati non sia troppo “da caserma”… ma crediamo che siano piccoli sacrifici che contribuiscono ad affrontare in modo responsabile questo momento, a servizio della comunità parrocchiale e anche nel rispetto di tutta la comunità civile.
In particolare il servizio di accoglienza ci ha poi fatto riscoprire come un “buongiorno” o l’accompagnamento “al posto” delle persone che partecipano alla S.Messa, siano gesti semplici ma belli, che arricchiscono il senso comunitario delle nostre celebrazioni Eucaristiche e che potremo casomai continuare a fare anche quando tutto questo non sarà più così strettamente “necessario”.