Lettere dall’Amazzonia
Un saluto dal grande fiume, ora é davvero grande, proprio in piena e l’acqua penetra in tutti i luoghi. La foresta é allagata e i pesci sono spariti dal letto del fiume, la pesca é difficile e anche in cittá il pesce scarseggia. Ma dove sono andati? Anche loro in foresta, fra le radici degli alberi per nutrirsi della frutta che cade abbondante. Beati loro, sfuggono ai pescatori e mangiano bene. Cosí potrebbe essere anche l’Umanitá, lontano dai predatori che per interessi meschini uccidono e fanno guerre commerciali per favorire quella maledetta fabbricazione di armi, che dopo la droga é il piú grande giro di soldi. In veritá qui non ci facciamo mancare niente, la droga corre libera, la violenza cresce ogni giorno e le autoritá costituite lo sono solo per i propri interessi. Poveri pesci! Costretti a nascondersi per sopravvivere. É difficile parlare della Pasqua, eppure siamo circondati da molti segni: l’acqua abbondante, la gratuitá dei frutti della foresta che chiedono solo di essere raccolti, i molti animali che abitano la terra e che sono sempre una risorsa in tempi difficili. In Amazzonia non si muore di fame, si muore per droga, alcool, violenza, ingiustizia e oppressione; tutte cose che dipendono dagli uomini, e anche questo fa riflettere. In questa Quaresima abbiamo riflettuto sulla bontá della Creazione e sul fatto che tutto, mondo vegetale, animale e umano, tutto sia molto intrecciato e interdipendente. A noi, all’Umanitá é affidato il compito di prendersi cura del Creato. A noi é lanciata la sfida di vivere in armonia. Anche gli astri ci rassicurano, ogni giorno il sole si pone e nel giorno seguente sorge per dare vita. Anche la luna compie il suo corso, diminuisce fino a scomparire, per poi compiere il cammino inverso fino a tornare ad essere piena. Cosí é la Pasqua, luna piena che rischiara la notte e permette al navigante di trovare e non perdere la strada di casa. “Padre, mi disse il cassique di São Vicente, qui é molto buono per vivere, qui Dio non ci lascia mancare il cibo, l’acqua e la tranquillitá”; poi ha aggiunto: “purtroppo sono apparsi pirati che rubano e squartano le persone per impadronirsi delle loro cose, sempre in cerca della droga che da denaro, allora dobbiamo unirci e fermare questa onda di violenza, per i nostri figli, perché torni la tranquillitá”. Anche questo é Pasqua, non rassegnarsi al male della violenza e delle armi, ma lottare per la tranquillitá delle nuove generazioni, prenderci cura del futuro della vita. La Pasqua, il passaggio dalla morte alla vita, ci dice che c’é sempre una speranza, c’é sempre qualcosa di nuovo che fará risorgere la vita. L’invecchiamento dei paesi europei sará salvato dai giovani immigrati, non si puó fermare l’acqua che cresce, lei entra ovunque. Il disgregarsi di tante famiglie troverá ancora, nell’amore e nella cura dei figli, un suo senso, che si aprirá a nuove unioni e nuove esperienze fino ad incontrare la stabilitá cosí difficile e sempre ricercata. Anche la religiositá dovrá abbracciare l’umanitá, in nome di Colui che ha scelto di farsi uomo. Senza rigiditá e senza giudizi, ma nella ricerca del bene possibile. Pensiamo all’incoerenza del fatto che un prete puó sposarsi, se lascia il sacerdozio, ma un divorziato no, deve aspettare la morte della prima compagna. Due pesi e due misure che non aiutano a ritrovare la speranza dopo un fallimento, molte volte non cercato. Anche i giovani non aspetteranno piú i trent’anni per sposarsi, rimanendo ognuno a casa sua, ma apprezzeranno il dono e la forza della giovinezza al servizio di una paternitá e maternitá naturale e non sofisticata. I popoli originari dell’Amazzonia ci insegnano la virilitá della giovinezza, e la vita che nasce é sempre un dono e una possibilitá nuova, spesso aiutata dal clan famigliare e mai abbandonata. Anche questo é Pasqua. Non permettiamo che la notte e la rassegnazione ci scoraggino, la luna continuerá a crescere fino ad essere piena, allora in quel Venerdí Santo potremo specchiarci nell’acqua cristallina dei ruscelli, e vedendo il nostro volto avremo la certezza del nuovo giorno, sará ancora Pasqua e la vita trionferá su ogni tipo di oppressione. Coraggio, non lasciamoci rubare la Speranza. Buona Pasqua a tutti, e che sia di Risurrezione!
Gabriel