Scegliere che esperienza estiva fare vivere ai ragazzi non è una decisione semplice, perché questo è un momento forte e ricco di possibilità di crescita sia personale che di gruppo. Dopo molte valutazioni e svariate riunioni, abbiamo proposto ai ragazzi una settimana da vivere in una casa-famiglia della comunità Papa Giovanni XXIII a Fossano, in provincia di Cuneo.
Una realtà costituita da una grande famiglia di quindici persone che vivono in armonia, nonostante le diverse età e i diversi percorsi. Di questa famiglia, formata dai genitori Maurizio e Giovanna, fanno parte, oltre ai loro quattro figli naturali, sempre nuove persone che vengono accolte in condizione di necessità.
Qui si intrecciano storie e personalità diversissime tra loro, e questo ha permesso ai ragazzi di entrare in contatto con situazioni e vissuti dei più disparati, arricchendoli sia dal punto di vista umano che relazionale. Durante la settimana trascorsa, i ragazzi e noi educatori abbiamo svolto diversi tipi di servizi all’interno di questa realtà comunitaria: abbiamo contato puzzle da cinquemila pezzi per poi venderli nel negozio della cooperativa, svuotato un container di vestiti usati, traslocato un appartamento e ripulito un altro, lavato sei rampe di scale raschiando via tutte le macchie di vernice, tirato a lucido un negozio, ripulito un campo dalle erbacce, pulito pomodori, selezionato patate e tanto altro.
Lavori umili ma intensi e faticosi, che hanno però permesso ai ragazzi di scoprire che le relazioni, anche se logorate come le magliette usate da smistare, possono riacquistare valore e dignità se ce ne si prende cura, concetto che i ragazzi hanno da subito messo in pratica. Hanno poi sperimentato l’intensità sconvolgente della relazione con il disabile, riuscendo a ridimensionare certi loro grandi, ma in realtà piccoli, problemi. Capendo infine che è nel confronto con un’altra persona che si cresce e si matura, e che dalle parole o dai gesti dell’altro si può conoscere qualcosa in più di noi stessi.
Durante questa settimana, noi educatori, abbiamo avuto l’onore di vedere i ragazzi cambiati, li abbiamo visiti parlare di loro stessi senza maschere e delle loro emozioni; ragazzi che hanno saputo riaccogliere chi si era allontanato dal gruppo; ragazzi che hanno instaurato rapporti solidi di sincera amicizia; ragazzi che hanno acquisito consapevolezza dei loro doni e hanno incominciato a brillare.
Non è semplice spiegare a parole cosa è stata l’esperienza a Fossano, ma noi educatori siamo contenti e soddisfatti di questo vissuto, e per questo ringraziamo il Signore che ha permesso la crescita congiunta nostra e dei ragazzi.