[one_full last=”yes” spacing=”yes” center_content=”no” hide_on_mobile=”no” background_color=”” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” background_position=”left top” border_size=”0px” border_color=”” border_style=”” padding=”” margin_top=”” margin_bottom=”” animation_type=”” animation_direction=”” animation_speed=”0.1″ class=”” id=””][fusion_text]L’Unità Pastorale di Campagnola e Cognento comprende la Parrocchie dei SS. Gervasio e Protasio Martiri, in Campagnola Emilia e di S. Giacomo Martire, in Cognento[/fusion_text][accordian class=”” id=””][toggle title=”Parrocchia di Campagnola” open=”no”]

Presentazione breve

Campagnola Emilia è un comune della provincia di Reggio nell’Emilia situato nella Bassa Reggiana, 22 Km a Nord dal capoluogo di provincia. Sorge tra Correggio, Novellara, Reggiolo, Fabbrico e Rio Saliceto. E’ costituito da un centro principale e da una frazione, Cognento, e dalla località Ponte Vettigano.
Il territorio comunale si estende tutto pianeggiante a forma di mano destra chiusa con l’indice che punta verso Nord-Est per una superficie di Kmq 24,76. Il centro abitato si trova ad una altitudine sul livello del mare di m 23.
Gli abitanti di Campagnola si chiamano ‘campagnolesi’, in dialetto campagnulèin, quelli di Cognento invece si nominano ‘cognentini’, in dialetto cugnintèin.
Campagnola è parrocchia con la chiesa parrocchiale intitolata ai Santi Martiri Gervasio e Protasio, la frazione Cognento è parrocchia a sé col titolo di San Giacomo Maggiore. Entrambe le parrocchie da qualche tempo sono rette dallo stesso parroco e fanno parte della Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla. Fino quasi alla fine del secolo scorso, invece, le due parrocchie ebbero parroci distinti e per circa duecento anni fecero parte di due diocesi diverse, Campagnola apparteneva alla Diocesi di Guastalla, Cognento a quella di Reggio Emilia.
Ogni sabato mattina nella piazza centrale del paese, Piazza Roma, si tiene il mercato ambulante; il 19 giugno è la sagra dei Santi Patroni a cui si affianca la Fiera delle attività agricole e artigianali locali, il 25 luglio è la sagra di San Giacomo di Cognento. Altre feste e ricorrenze: la Guasa ed San Svan festa parrocchiale il sabato vicino al 24 giugno; la sagra di San Luigi festa dei giovani all’oratorio la seconda domenica di settembre; la sagra del cicciolo, la festa dell’aratura con la sfilata di trattori d’epoca, la Festa dell’Unità in luglio, i tornei sportivi ‘Coppe e Salami’ di calcio, pallavolo, basket all’aperto d’estate.Dati della Parrocchia situata in Campagnola Emilia in provincia di Reggio Emilia
‘ Popolazione: 5487
‘ Superficie: 24,76
‘ Altitudine: m 23 s.l.m.
‘ Città gemellata: Tenno (Trento)

Le origini

Difficile è provare con reperti che l’uomo preistorico abitò in territorio di Campagnola, ma la presenza del toponimo Motta, ricorrente nei pressi del Castellazzo e nei dintorni della chiesetta di Santa Liberata dove sorgeva la più antica chiesa parrocchiale di Campagnola, suggerirebbe la antica esistenza di ‘Terramare’, cioè villaggi di capanne o palafitte dell’Età del Bronzo (1600-1100 a.C,).

Risulta invece accertato che il nome antico Campanìola deriva da un termine tecnico degli agrimensori romani, campania, che significa ‘luogo campestre, pianeggiante’. Il toponimo Campandola, quindi, suggerisce un luogo pianeggiante non molto esteso ma fertile, una ‘piccola e bella campagna’.

Il culto dei Santi Martiri Gervasio e Protasio è indice dell’antichità della diffusione del cristianesimo in queste terre, attribuita all’opera di evangelizzazione di S. Ambrogio, vescovo di Milano, che nel 390 d.C. era in visita alle città situate sulla via Emilia e a Brescello. E’ plausibile che in questa occasione il vescovo importò il culto di questi santi martiri milanesi.
L’importanza di Sant’Ambrogio per Campagnola è avvalorata da antichi documenti medievali che parlano del castello di Campagnola col nome di ‘Castello di Sant’Ambrogio’ (Divi Ambrosii oppidum). Pertanto è verosimile che, già alla fine del IV o agli inizi del V secolo d.C., fosse esistente a Campagnola una piccola comunità di cristiani e che a quell’epoca una chiesa sorgesse con l’intitolazione ai Santi Martiri Gervasio e Protasio.

Anche l’antico nome di Cognento, Quignente, è di origine romana: deriva dal numerale quingentum che significa ‘cinquecento’. Poiché nel Medioevo questo territorio era suddiviso, come ancora oggi, in Cognento di sopra e Cognento di sotto, si ipotizza che il nome indicasse l’estensione delle due porzioni di territorio, ciascuna di 500 iugeri di superficie (circa 125 ettari ciascuna).

S. Giacomo maggiore, cioè l’apostolo, patrono di Cognento, è ritenuto dagli studiosi di storia locale, un santo venerato dai cristiani dei primi secoli, i quali prediligevano gli apostoli come loro protettori.

Della medesima origine romana sono anche i culti di S. Andrea e S. Pietro, anch’essi apostoli, presenti in località Castellazzo.
Pure il toponimo Ponte Vettigano, nel Medioevo Viticanus, deriva dal latino vitis, cioè ‘vite’, e suggerisce la coltivazione della vite in epoca tardo-romana.

Pertanto dai numerosi toponimi fin qui ricordati, dal culto dei santi ed inoltre dal rinvenimento di alcuni reperti archeologici romani in diverse parti del territorio comunale si può con certezza affermare che Campagnola e Cognento erano villaggi già esistenti in epoca romana.

I primi documenti

Campagnola, col nome Campaniola, entra ufficialmente nella storia nell’anno 772, quando viene nominata per la prima volta in un documento: il re longobardo Desiderio dona al Monastero di Santa Giulia di Brescia una vasta area della Bassa reggiana e modenese tra cui Campagnola. Il territorio viene descritto come selva, prati per il pascolo, terre coltivate, frutteti e vigneti.
Ancora oggi esiste la località S. Giulia e sorge il pilastrino votivo dedicato alla santa a oriente dell’abitato, in prossimità della zona Castellazzo. Il toponimo ricorda questo legame millenario con il monastero di Brescia e il culto di Santa Giulia affonda le sue origini nel profondo Medioevo.Cognento invece compare per la prima volta col nome Quignente in un documento del 935: tra i testimoni di una donazione si menzionano anche i fratelli Giseverto e Madreverto da Cognento e Giovanni pure da Cognento.Nel 937 viene menzionata per la prima volta la parrocchia di Campagnola, chiamata di San Gervasio (Sancti Iervasii). Circa tre secoli dopo (1232) si dice che la parrocchia è battesimale e che anche i fedeli di Cognento si battezzano in essa; inoltre il rettore della chiesa di Campagnola dona l’investitura al rettore della chiesa di S. Giacomo di Cognento.
Un castello è già esistente a Campagnola nel 935 (castello Campaniole), e questa è la più antica citazione di castello esistente nel contado di Reggio, anche precedente a quella di Canossa (975). Il castello di Canmpagnola è sotto il diretto dominio della Diocesi di Reggio, il cui vescovo esercita poteri civili e religiosi secondo le disposizioni imperiali di Carlo Magno e dei successori.
In questo documento si apprende anche il nome del primo abitante di Campagnola: Ildeprando (Ildeprandus presbiter).

Il castello è cronologicamente posteriore ad una preesistente ‘corte’, che è in questi secoli il perno dell’economia agricola feudale.
Nel 1044 questo castello con la corte, le cappelle e le terre viene preso in enfiteusi da Bonifacio marchese di Toscana, il padre della contessa Matilde di Canossa. Le cappelle indicate sono quella di S. Andrea, ancora oggi esistente e detta la ‘chiesina del Castellazzo’, e quella di S. Giovanni, così come ci viene confermato da un diploma di Federico Barbarossa del 1164.
La corte di Campagnola con il castello e le due chiese di S. Andrea e S. Giovanni vengono donate alla morte di Bonifacio (1071) dalla moglie vedova Beatrice al monastero di Frassinoro, da lei stessa fondato.[/toggle][toggle title=”Parrocchia di Cognento” open=”no”]

Brevi cenni storici

Nel 1232 era già esistente la chiesa di S. Giacomo de Quignentullis (Cognento); in quell’anno Germano, rettore di S. Gervasio di Campagnola, investì un certo Benvenuto in qualità di rettore di quella chiesa. Nel 1992 furono scoperte significative tracce della chiesa medievale di Cognento: durante alcuni lavori, nella parete esterna del lato meridionale, emersero un archetto ed una finestrella a strombo tamponata; quest’ultima, in modo particolare, è caratteristica dello stile ro¬manico del XII-XIII secolo.
Dalle relazioni delle visite pastorali del 1581 e del 1594 si viene a sapere che c’erano tre altari: quello maggiore, quasi certamente dedicato al patrono S. Giacomo, quello della Beata Maria Vergine e quello di S. Massimo, privo tuttavia dell’immagine del santo. Nel 1647 vi erano invece quattro altari: il maggiore e quelli della Madonna di Loreto, del Rosario e di S. Massimo. Anche nel 1652 gli altari erano quattro, ma erano cambiate le dedicazioni: il maggiore; quello del Rosario con quadro che ritraeva la Madonna col Bambino, S. Giovanni Evangelista, S. Antonio da Padova e S. Massimo; quello di S. Maria Maddalena e quello di S. Antonio. La chiesa era lunga braccia 28 e provvista di un coro quadrato lungo braccia 8,3, mentre era larga braccia 14; era dotata di due porte, tre finestre e una sola campana, posta nella facciata sulla porta principale. Da una pianta del 1663, si apprende che la chiesa era ad una sola navata e il coro si trovava dietro l’altare maggiore; due altari stavano addossati alle pareti laterali dall’una e dall’altra parte vicino al presbiterio; il quarto altare era a sinistra per chi entrava dalla porta principale. Davanti alla facciata vi era un atrio o portico. Nel 1668 gli altari si ridussero a tre: il maggiore e quelli del Rosario e di S. Maria Maddalena. L’edificio era orientato liturgicamente, cioè l’altare maggiore era posto ad oriente e la facciata principale era rivolta ad occidente: la chiesa, pertanto, aveva la pianta rovesciata rispetto ad oggi.
L’assetto attuale della chiesa di S. Giacomo ebbe origine dalla ristrutturazione totale dell’edificio, realizzata tra il 1780 e il 1789 dal rettore Paolo Boccaletti. Nell’Archivio parrocchiale si trova una supplica di questo rettore al vescovo di Reggio E. Mons. Gianmaria Castelvetro, in cui si richiedeva di mutare l’orientamento alla chiesa, perché la strada passava dietro al coro, di rifare il tetto cadente, di costruire la volta del soffitto, di togliere tombe sotto il pavimento dove si voleva porre l’altare maggiore, di erigere una nuova facciata e la torre campanaria. Nello stesso Archivio si conserva anche il decreto di concessione in data 19 dicembre 1780. Dalla relazione della visita pastorale del vescovo Mons. Francesco Maria d’Este, che ebbe luogo il 28 maggio 1789, risulta che i lavori erano già stati eseguiti. Nel 1785 furono collocati due bellissimi confessionali di legno in stile rococò. In seguito a questi lavori, l’edificio risultò lungo 18 metri, largo m. 7,50, alto m. 8. con soffitto a volta e due cappelle laterali; ebbe inoltre una nuova facciata in via Parrocchia e una nuova torre campanaria.
Dietro l’altare maggiore venne posto nel 1859 un quadro di S. Giacomo Apostolo eseguito dal pittore sordomuto Giovanni Bonvicini, secondo gli schemi della scuola accademica modenese del maestro Adeodato Malatesta (1806-1891).
Altri lavori di restauro furono eseguiti dai priori Luigi Pedrini tra il 1906 e il 1907, e Antonio Guidetti negli Anni Venti nel 1928 fece fondere l’attuale concerto di campane). Negli Anni Trenta e Quaranta il priore Rinaldo Spaggiari eseguì lavori di decorazione della chiesa, rinnovò il coro e il presbiterio, costruì il teatrino parrocchiale, una vasta sala per le adunanze dell’Azione Cattolica, il campo sportivo, l’Asilo Infantile e la nuova torre campanaria.
Fino agli anni Cinquanta la facciata della chiesa si presentava tripartita da due cornicioni orizzontali, movimentata da una coppia di lesene in muratura, poste a ciascun lato dell’unico ingresso e del finestrone trapezoidale settecentesco, e provvista di un timpano arrontondato. Le parti architettoniche appena accennate erano messe in rilievo dalla diversa colorazione dell’intonaco. Agli inizi degli anni Cinquanta, su iniziativa di don Orlando Poppi, coadiutore di don Rinaldo Spaggiari, la facciata fu abbellita da uno splendido portale settecentesco di marmo proveniente – unitamente all’altare ed alla cornice di marmo del quadro di S. Giacomo – , dalla chiesa di S. Rocco di Reggio E:, allora demolita. Nel 1992, l’attuale parroco don Pietro Baracchi fece consolidare le fondamenta della chiesa – che si rivelarono pressoché inesistenti – e rifarne il tetto.
Oltre la tela del santo patrono, si trovano altre pale di un certo pregio artistico: una Madonna col Bambino e i santi Antonio abate e Massimo, esposta nell’altare di destra, attribuito a Francesco Camuncoli (1745-1825), autore tra l’altro di una tela raffigurante S. Andrea Avellino esposta nella Basilica di S. Prospero a Reggio; un S. Francesco nell’atto di ricevere le stimmate, posto nella parete di sinistra della chiesa, attribuibile ad ignoto pittore di scuola bolognese del Seicento.
S. Massimo. Posto a Cognento all’incrocio tra la via della Parrocchia e la via S. Massimo, al suo interno si venerava un’immagine dipinta su tavola di legno della Madonna della Ghiara dai bei colori rosa e azzurro delle vesti, eseguita forse da ignoto pittore reggiano del Seicento – ora custodita al sicuro e sostituita con una riproduzione su carta – e ai lati vi sono due immagini di santi, S. Rocco e Santa Apollonia Vergine e Martire. Il culto di S. Massimo è antichissimo ed era già diffuso a Cognento alla fine del Cinquecento.

A cura di Luigi Insinna[/toggle][/accordian][separator style_type=”none” top_margin=”20″ bottom_margin=”” sep_color=”” border_size=”” icon=”” icon_circle=”” icon_circle_color=”” width=”” alignment=”center” class=”” id=””][fusion_text]

I consigli

[/fusion_text][accordian class=”” id=””][toggle title=”Consiglio Pastorale dell’Unità Pastorale di Campagnola e Cognento” open=”no”]Il Consiglio Pastorale di Camagnola è stato eletto il 6 novembre 2011. Il 26 aprile 2013 è stato sciolto il Consiglio Pastorale di Cognento e si sono scelti tre rappresentanti che si sono aggiunti al Consiglio Pastorale di Campagnola che è diventato l’unico Consiglio Pastorale dell’Unità Pastorale


[/toggle][toggle title=”Consiglio dell’Oratorio della Parrocchia dei SS. Gervasio e Protasio MM. in Campagnola Emilia” open=”no”]Nominato il 14 novembre 2011[/toggle][toggle title=”Consiglio per gli affari economici della Parrocchia dei SS. Gervasio e Protasio MM. in Campagnola Emilia” open=”no”]Nominato il 14 novembre 2011[/toggle][toggle title=”Consiglio per gli affari economici della Parrocchia di S. Giacomo M. in Cognento” open=”no”]Nominato il 26 aprile 2013[/toggle][/accordian][/one_full]