Il servizio ai tempi del COVID-19 si presenta con un approccio rivisto alla luce delle disposizioni Ministeriali.
Questa situazione ha modificato tutti gli aspetti della nostra vita ed è proprio questo che ci ha imposto di fermarci e di riprogrammare tutta la nostra organizzazione lavorativa, familiare e di impegni extra.
Così anche gli incontri di accompagnamento al Sacramento del Matrimonio hanno cambiato la loro “forma”, in primis per noi accompagnatori, abituati a vivere il contatto, ad accompagnare “in presenza” i ragazzi aprendo loro le porte di casa nostra, recandoci tutti insieme agli incontri, guardandoci negli occhi per discutere come si affronta un Sacramento di questa portata.
Ed allora ci ha aiutati la tecnologia.
Ci ha aiutati a seguire la Messa facendoci sentire in comunione con la Comunità (nonostante sia tutto ben lontano dalla condivisione della Eucarestia), ci ha aiutati ad arrivare a casa dei ragazzi facendoli entrare virtualmente nella nostra quotidianità.
Così alcuni hanno potuto raccontarci che, probabilmente, sposteranno la data del Matrimonio, mentre alcuni lo hanno già fatto, non una, ma due volte.
Ci hanno raccontato che vorrebbero vivere questo percorso con maggiore serenità, ma hanno la consapevolezza ancora più chiara che essere marito e moglie, ed esserlo davanti a Dio, è l’obiettivo che vogliono raggiungere per dare alla loro unione il senso vero che sembra esser stato tolto a tutto ciò che ci circonda.
Mai come ora è risultato chiaro e potente alle coppie e a noi come accompagnatori, quell’idea che ha guidato i nostri incontri: la Comunità.
Il distanziamento sociale, benché sia un atto di puro altruismo per le fasce più deboli ed indifese, ci rende manifesto che senza la Comunità siamo tutti più poveri.
Le famiglie di accompagnatori al Matrimonio